Il resoconto della vicenda ha diversi aspetti sconcertanti: nel 2020 i genitori furono accusati di violenze in base a una diagnosi sbagliata del pronto soccorso e un dopo un anno l’accusa fu archiviata. Eppure ancora oggi la bimba, dopo diversi affidi, non è tornata in famiglia ma si trova ancora costretta in una comunità con la madre. Perché?
In Luglio di quest’anno è stata presentata al Tribunale per i Minorenni di Bologna richiesta urgentissima di rivedere il provvedimento di allontanamento, ma ogni decisione è stata rinviata a settembre, dopo le ferie, mentre bimba e mamma restano rinchiuse in comunità in condizioni precarie anche dal punto di vista igienico: un fatto incredibile e ingiustificabile.
Spiace constatare che dopo e nonostante Bibbiano, bimbi e famiglie possano trovarsi in situazioni simili. Ho chiesto al Ministro come sia possibile che l’innocenza dei genitori, accertata in sede penale, non abbia alcuna rilevanza né per i servizi sociali, né per il Tribunale per i Minorenni di Bologna e cosa intenda fare perché questo genere di situazioni, purtroppo diffusa, non si ripeta più.
E’ urgente che anche le famiglie, nel processo minorile, abbiano quei diritti e tutele garantiti a chi subisce provvedimenti restrittivi in qualsiasi altro procedimento giudiziario.
Così Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori